Seconda parte.
La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
Danny Kaye
Le onde dell’Oceano sono una magica espressione della potenza delle acque del Pacifico.
Avevo interrotto il racconto proprio sulle onde birichine, che rubano gli oggetti da sotto le hamacas, agli ospiti della Posada El Pacifico.
Se non hai letto la prima parte del racconto vai a recuperarlo se ti va, puoi trovare qui l’articolo, oppure continua a leggere sono certa che ti entusiasmerai comunque.
Dormire in hamacas sull’Oceano è una magia che almeno una volta nella vita bisognerebbe provare.
Al chiaro di luna la luce dona colori argentati alle increspature dell’acqua, la spiaggia si illumina di una luce delicata e l’ambiente ti trasporta in un mondo onirico che ristora anima e corpo.
Un giorno arrivò alla posada un uomo, un ospite tra tanti, era Greco e ci raccontò durante il suo soggiorno con noi, che aveva partecipato da poco, al G8 di Genova del luglio 2001, dettagliando i risvolti più cruenti della protesta da lui vissuti e come si era salvato dalla carica della polizia che aveva spinto i manifestanti verso una terrazza costringendo i di più a saltare per non rimanere schiacciati.
Ci rese noto come lui stesso aveva visto atti di violenza e ingiustizia. Lui se l’era cavata con la rottura di una gamba, per il salto dalla terrazza per non rimanere schiacciato dalla massa.

Personaggi insoliti alla Posada el Pacifico
Mi sono sempre chiesta se non fosse venuto in Messico per far calmare le acque perseguitato dalla giustizia, ma questa è una domanda che mi sono posta parecchie volte incontrando personaggi di tutti i tipi e arrivati da tutte le parti del mondo.
Di quest’ospite non ricordo il nome, anzi forse non l’ho mai saputo, perché non avevamo l’abitudine a chiedere i nomi e tanto meno a far esibire i documenti a chi soggiornava da noi, vivevamo l’ospitalità senza troppe preoccupazioni.
Comunque il fatto su cui volevo fare luce è che quest’ospite disse che sarebbe stato una settimana ma al termine della settimana riservò il posto in hamaca per un’altra settimana e poi per un’altra ancora finendo per rimanere nostro ospite per più di un mese.
Sicuramente la spiaggia di Zipolite ha una magia unica e irresistibile, l’ambiente è libero, le persone non si giudicano, si vivono, il Qui e Ora è l’unica dimensione spazio/temporale, che alleggerisce l’esistenza dai fardelli del passato e dalle preoccupazioni del futuro. La convivenza tra le persone diventa Reale e Autentica.
L’hamaca è un posto insolito dove dormire
Se ti eri immaginato di soffrire mal di schiena dormendo in hamaca o di qualche incomoda posizione, ti sbagli di grosso, in hamaca che tu sia giovane, grande o vecchio se sai come starci dentro è un comodo bozzolo e ci dormi come da bambino dormivi cullato dalle braccia di tua madre. E’ una questione di stile.
Una delle preoccupazioni principali in quelle regioni del Messico sono le malattie come il Dengue, una malattia infettiva tropicale che si trasmette dalle zanzare presenti nella regione.
Quando di zanzare ce ne sono parecchie questa preoccupazione aumenta e dormire in hamaca esposto alle flotte di zanzare non è certo confortante.
In ogni modo, malattie o meno, le zanzare sono un gran fastidio ovunque giusto? Che noia quella zanzara che ti entra nel naso o ti ronza nell’orecchio tutta la notte, per non parlare di quando sei allergico e la loro puntura ti provoca gran prurito. A proposito, sapevi che il prurito è il primo livello del dolore?
Come gestire le zanzare quando dormi in Hamaca
Per rimediare a questo fastidio e poter comunque dormire in hamaca ho visto adottare varie tattiche.
- I più attrezzati avevano delle speciali zanzariere che si attaccano da un capo all’altro dell’hamaca creando uno scudo esterno e avvolgendo per completo l’hamaca che mantiene le sue capacità oscillatorie.
- Essendo comunque freschino esposti alla brezza dell’oceano c’era chi dormiva in sacco a pelo e si chiudeva a bozzolo in hamaca oppure usavano un lenzuolo per proteggersi, soprattutto la parte a contatto con le maglie che rimane in basso.
- Pablo tutte le sere affumicava la zona della Palapa con un denso fumo prodotto dai gusci delle noci di cocco.
Adoro quell’odore a cocco tostato, ancora oggi quando sono in Messico e mi emoziona.
Questa volta ho voluto farlo breve il racconto.
Credo che fare piccoli racconti, ti dia l’opportunità di goderti il viaggio nella mi storia di Host, così oggi mi interrompo qui e riprendiamo il prossimo mese, sempre durante la prima settimana.
Nel caso ti piacessero di più post blog lunghi come quello della scorsa volta, scrivimelo nei commenti per favore.
Ci sarai al prossimo appuntamento?
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I link agli altri racconti: 1. COME SONO DIVENTATA HOST– 3.COME HO IMPARATO AD OSPITARE
Ci vediamo a presto e grazie per trovare interesse per ciò che ho da raccontarti.

Michele Esposito
Novembre 5, 2021Resto eternamente affascinato dai tuoi racconti che mi trascinano L anima fuori dal reale mondo “ sicuro” così definito
Joy
Novembre 8, 2021Sei il mio fun numero uno ed è per quei lettori che sanno cogliere il senso dietro la storia che scrivo delle mie esperienze. Mi corazon