L’uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere.
Cominciamo da dove sono partita.
Sdraiata sul letto di quella piccola e incasinata stanzetta di Firenze, mi guardo intorno, anche se ho un libro in mano. La musica è alta, come piace a me e mi avvolge i pensieri. Quella sensazione che fosse l’ultima notte nel confort della mia stanzetta da studente, l’ho piantata dentro il cuore come una voglia sulla pelle.
Una ventiquattrenne prossima alla laurea.
Quella notte era la notte prima della partenza per il Messico.
Perché avessi deciso di fare quel viaggio, prima di concludere il mio percorso da studente? solo io lo so. Dico davvero, io lo so e lo so bene, tanto che non me ne pento mai, anche se pensando alle alternative, a volte, mi soffermo su cosa sarebbe di me oggi, nel caso non avessi fatto quel viaggio.
Fatto stà che adesso sono qui a raccontare una storia che, da quel giorno della partenza ad oggi, mi ha coinvolto in vicissitudini e decisioni poco probabili per una ragazza come me, nata e cresciuta nella tranquilla oasi di Lucca.
Questo è un Post del Blog, che scrivo per Host e Viajeros de Corazon, non il libro che ho cominciato a scrivere, per cui non sarò accurata nei dettagli della storia personale ma prometto di rendere l’idea o almeno donarti un po’ di quello che ho provato, vissuto e imparato nei miei anni messicani fino ad oggi, mentre cominciavo a fare la Host.
Torniamo a quella ragazzetta di provincia che decide di farsi un viaggio in Messico di due settimane prima di tuffarsi a capo fitto nella preparazione della tesi di laurea.
Partiamo? ti porto con me fino al momento del mio atterraggio a Playa Zipolite.
Atterraggio in Messico, un viaggio che stravolge la mia vita.
Questa spiaggia di un energia spaventosa sarà il luogo dove inizierò il mio cammino da Host, quando ancora questo termine non era conosciuto. Era il febbraio 2001. Playa Zipolite, Messico.
Salto il passaggio sulla storia d’amore che nasce e cresce tra me e il mio indios zapoteca, che leggerete all’uscita della storia completa.
Parto dal momento in cui prendo in gestione assieme a Pablo la parte di Palapa sulla Spiaggia che gli spetta di diritto e che condivide con me.
Hai mai dormito in Hamaca? prima di allora io no.
Una Palapa è un grande tetto in foglie di palma intrecciate, sotto la cui ombra si trova ristoro dal caldo tropicale.
Nel nostro caso fronte oceano affittavamo posti in hamacas, che appendevamo sotto questa enorme Palapa, oltre ad affittare “Quartos”, stanze sulla spiaggia molto economiche.
A quei tempi l’esperto di ospitalità era Pablo e la sua famiglia, che aveva nella stessa porzione di spiaggia un ristorante o “Comedor”, rustico è dir poco.
Sicuramente avrai dei dubbi sulla fattibilità di dormire in hamaca all’aria aperta.
Approdai nella “Posada el pacifico” per affittare un posto in hamacas e ti racconto un fatto simpatico:
Io e il gruppo improvvisato, di compagni di viaggio, eravamo a Oaxaca City prima di decidere di fare una fermata sulla costa, proprio a Playa Zipolite.
Questa spiaggia ci fu segnalata durante le due notti che passammo all’Hostal Isabel, dove dormivamo, assieme ad altri avventori, in uno stanzone con letti a castello. Fu un tal Fiorello, un ragazzo poco più grande di noi, a convincerci a seguirlo, era diretto li e con lui abbiamo preso l’autobus, una notte di febbraio. Altrimenti il mio destino non mi avrebbe fatto arrivare a Zipolite.
Orbene, in partenza da Oaxaca, già sapevo che avrei dormito in hamacas difronte all’Oceano, così decisi di comprare il mio giaciglio, per meno di 20mila lire ( ancora c’erano le lire, mancavano pochi mesi all’impatto dell’Euro). Mi ero comprata la mia prima hamaca in corda morbida e mi sembrava bellissima.
Il fatto buffo è questo, che quando Pablo venne ad aiutarmi a sistemare la mia Hamaca per dormire, fu gentile, ma mi fece presente, con un sorrisetto beffardo, che in quell’hamaca avrei dormito male, era un hamaca per bambini ed era tessuta troppo ambia per poter stare comodi.
Scopri con me alcuni segreti di questo posto letto insolito.
Oggi, dopo aver affittato hamacas per alcuni anni, dormito in hamaca, lavato hamacas e passato tante ore guardando l’oceano in hamaca, rido della me di allora, rido in modo tenero della mia intraprendenza giovanile.
A Pablo io non gli credetti, nonostante i suoi occhi antichi di indios mi avessero già embrujada. Lottai per la difesa del mio acquisto, volli provare se ciò che mi stava suggerendo fosse verità. lui fu accondiscendente ma io mi resi conto appena cercai di salire goffamente in quell’hamaca spanata che, dormirci, sarebbe stato come dormire sospesa in un bozzolo di grossi nodi di iuta.
A questo punto della storia hai già appreso alcune caratteristiche; Le hamacas non sono tutte uguali, non vanno prese sottogamba, ci sono diverse tessiture, grandezze e materiali che le rendono più o meno comode…se seguirai leggendo ti svelerò altre caratteristiche sulle hamacas e su come dormirci. Troverai il link al prossimo articolo alla fine di questo.
Caro Host e viajero de Corazon, sono partita proprio dalle hamacas perché sono state il primo posto letto che ho offerto e con cui ho iniziato la mia avventura come Host senza saperlo.
Alla Posada el Pacifico si affittavano anche “Quartos” molto economici e anche molto semplici. Stanzette in cemento e tetto in foglie di palma intrecciate, con vista sull’Oceano e bagno in comune.
La gestione degli affitti turistici in posto hamaca
Ti spiego come funzionava la gestione dell’ospite che affittava il suo posto in hamacas:
Intanto gli ospiti arrivavano da noi per caso o perché Pablo gli aveva trovati per la strada in cerca di alloggio. Nessun sito web, nessun annuncio sui portali. booking appena faceva capolino e chi arrivava sulla spiaggia sapeva che avrebbe dovuto chiedere posto per la notte ai locali.
Erano per lo più “mochilleros”, giovani o grandi che viaggiavano on the road con il loro zaino e sacco a pelo.
Il mood hippye e bohemien, avventurieri alla scoperta del mondo. Erano pochi quelli che si presentavano con la loro hamaca, veramente pochi, la maggior parte affittava le hamacas che davamo noi in dotazione assieme al posto all’ombra della palapa e il sevizio igenico. I prezzi si aggirava intorno ai 3\4euro a notte (veramente poco considerando che poi quella hamaca enorme andava lavata a mano, stesa e riposta).
Se non ricordo male io che ero arrivata con le lire spendevo circa 2mila lire a notte.
Ora ti starai chiedendo, ma lo zaino e le cose di valore dove caspita le metteva uno?
Avevamo uno stanza di sicurezza adibita alla custodia degli zaini. Una stanza in cemento sopra la quale avevamo un “Quarto” in affitto, chiusa con un lucchetto gigante, fatta con forti tavole di legno di cui custodiva la chiave Pablo.
Pablo però non era sempre presente, lo chiamavamo “Pata de perro”, zampe di cane, perché era sempre in giro. Come rimediare quindi se gli ospiti avessero avuto bisogno di accedere al “Quarto de seguridad”? non c’era altro rimedio che sperare di trovare Pablo che aveva la chiave legata al collo con un laccio.
Questo d’altra parte è il mood del Messico, tutto avviene quando deve avvenire, inutile forzare gli eventi.
E tu ci staresti?
L’universo crea una sorta di armonia e in tutti gli anni che ho affittato hamacas con Pablo, sono state pochissimissimi gli ospiti che hanno lamentato dei disguidi nell’apertura del “quarto de siguridad” per accedere alle proprie cose.
Una particolarità a cui non penseresti.
Un altro elemento, che sicuramente non ti immagineresti del soggiornare in hamacas, difronte all’Oceano, e quando dico difronte all’Oceano mi riferisco ad essere sulla spiaggia, con davanti solo le onde impetuose del Pacifico, è l’elemento onde appunto.
Voglio parlarti delle Onde del Pacifico, che di pacifico ha ben poco.
Hai presente l’immagine rilassata e tranquilla del nostro mare, lo sciacquettio delle onde che arrivano sulla spiaggia, il leggero strusciare dell’acqua che ritorna in mare e ti fa sentire cullato e sereno?
Ecco, scordatelo, qui, sulle spiagge dell’Oceano, sentirai il fracassarsi delle onde sulla spiaggia, il gorgoglio potente della corrente di ritorno e lo sbattere pesante delle tonnellate di acqua che si muovono impetuose ed energiche, parte della grande quantità di acqua che contiene quella pozzanghera chiamata Oceano Pacifico, il più grande tra gli Oceani.
Tutto questo è magnifico, importante, potente, energizzante, sono stata per ore sull’hamaca a guardare l’Oceano e i suoi tumulti, ore senza fare altro, dondolandomi leggermente in hamaca aspettando che passasse il momento più caldo del giorno, al fresco dell’ombra della Palapa.
Incredibile come si riesce a stare in hamaca ore senza fare assolutamente niente. Tu ci riusciresti?
Come me, ho visto tanti ospiti che passavano ore a dondolarsi in hamaca contemplando la sconfinatezza dell’Oceano.
Ma la notte? la notte l’Oceano non si ferma continua con i suoi tumulti, ed è proprio in quel momento che devi fare i conti con il rumore delle onde. L’Oceano sparisce nelle notti di luna nuova, seppur così vicino, lo puoi solo udire.
Ti assicuro che ci sono momenti in cui il rumore è così tragico da farti pensare che un onda si abbatterà su di te portandoti via.
La prima volta che mi trovai difronte all’Oceano, a così pochi metri da dove le Onde si abbattevano sulla terra ferma, vedendo 4/5 metri o più di massa di acqua arrivare verso di me, per un estensione di parecchi metri, la sensazione è stata che non l’avrei scampata, quell’onda mi avrebbe raggiunta e si sarebbe abbattuta su di me spezzandomi il collo.
Invece no, sono viva, ho scoperto che il cammino di quella massa di acqua così vicina e così potente viene contrastato dalla corrente di altrettanta acqua con altrettanta potenza di ritorno verso l’Oceano.
Le Onde sono anche birichine
Torniamo agli ospiti della Posada el Pacifico, avventurosi Guest in un giaciglio alquanto bizzarro per chi non è nativo latino americano.
Viene naturale, quando ti sdrai sospeso nella tua hamaca, appoggiare le cose sotto, nella sabbia; un libro, gli occhiali, il cappello, le ciabatte, la borraccia, il tuo butycase con lo spazzolino da denti e il bagnoschiuma, quelle cose che, quando non ci sei tu dentro, avvolgi assieme allo sleepingbag facendo un bozzolo con la rete dell’hamaca.
Io cercavo di equipaggiare gli ospiti con una seggiola, proprio per poter appoggiare tutte queste cose, ma non sempre ne avevamo abbastanza per tutti. Le seggiole servivano anche per il ristorante della mamma di Pablo, Tia Susanna e per il mio changarro (il baretto che avevo aperto fronte oceano accanto alla fila di hamacas).
Ora vuole il caso che in alcuni periodi dell’anno da aprile a novembre l’oceano sia particolarmente agitato e le correnti più forti, si formano anche uragani a largo della costa, che in alcuni rari casi si abbattono sulla terra ferma.
Questo portava alcune onde a rompersi sulla spiaggia e strisciare a grande potenza fin sotto la Palapa, come potete immaginare nel suo ritorno all’oceano portavano via da sotto le hamacas ogni sorta di oggetti.
Ancora rido a pensare a tutte le volte che io e Pablo assieme agli ospitati in hamacas rincorrevamo sparpagliati, ciabatte, cappelli, occhiali spazzolini e dentifrici prima che sparissero inghiottiti nella grande massa d’acqua.
Questo era parte dell’avventura di soggiornare in hamacas, non potevamo sapere quando un onda avrebbe fatto irruzione, fin sotto la Palapa, con tutta la sua energia, trascinando via ogni piccola cosa.
Questa prima storia finisce qui
Per questo capitolo iniziale direi che ci siamo, vorrei sapere se ti è piaciuto e se vuoi che continui ogni mese a scriverne un capitolo, scrivimi e fammelo sapere.
Nel prossimo Post continuerò a darti dettagli sul soggiorno in hamaca, dobbiamo parlare di zanzare, salsedine, fresco notturno, sicurezza personale e altro che sicuramente non sai. Ci sarai al prossimo appuntamento?
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Ci vediamo a presto e grazie per trovare interesse per ciò che ho da raccontarti.
Qui il link ai prossimi articoli: DORMIRE IN HAMACAS– COME HO IMPARATO AD OSPITARE
Michele Esposito
Ottobre 8, 2021Amo ascoltare e leggere la tua storia che un po’ sento come spettatore realista, che ha vissuto in Mexico con te.
Joy
Ottobre 21, 2021Tu caro Super Marito Bross sei il mio Fun più sfegatato da sempre e io lo apprezzo tanto, è anche grazie al tuo supporto che continuo a Creare Contenuti sul web. Grazie Corazon
Letizia
Ottobre 16, 2021Mi hai fatto fare un salto emozionante in Messico con te, grazie Joy! Aspetto impaziente il seguito, bonita
Joy
Ottobre 21, 2021Grazie Leti, eres un hermosura. sarà un piacere continuare a scrivere anche fosse solo per te. Besitos